SmaniaSpecialDays by cineSmania
Eventi e date da ricordare
rubrica a cura degli autori di cineSmania
27 gennaio
Giornata della Memoria
𝑁𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑀𝑒𝑚𝑜𝑟𝑖𝑎, 𝑐𝑖𝑛𝑒𝑆𝑚𝑎𝑛𝑖𝑎 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎 3 𝑝𝑖𝑐𝑐𝑜𝑙𝑒 𝑟𝑒𝑐𝑒𝑛𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖, 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑔𝑙𝑖 𝑐𝑖𝑛𝑒𝑓𝑖𝑙𝑖, 𝑒𝑑𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎𝑙𝑖 𝑒 𝑚𝑢𝑠𝑖𝑐𝑎𝑙𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑡𝑟𝑎𝑔𝑒𝑑𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑆ℎ𝑜𝑎ℎ. 𝐿𝑜 𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑖 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑖 𝑙𝑖𝑛𝑔𝑢𝑎𝑔𝑔𝑖: 𝑐𝑖𝑛𝑒𝑚𝑎, 𝑒𝑑𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑒 𝑚𝑢𝑠𝑖𝑐𝑎.
𝐅𝐞𝐰 𝐩𝐚𝐠𝐞𝐬 𝐨𝐟 𝐒𝐦𝐚𝐧𝐢𝐚𝐋𝐢𝐛𝐫𝐚𝐫𝐲 𝐛𝐲 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐚
La Giornata della Memoria è un giorno molto importante e sentito a livello internazionale tant’è che i romanzi, anche contemporanei, che trattano le vicende della Seconda Guerra Mondiale sono numerosi e in costante aumento.
Tra i più recenti posso suggerirvi “𝐈𝐥 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐩𝐢𝐠𝐢𝐚𝐦𝐚 𝐚 𝐫𝐢𝐠𝐡𝐞” di 𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐁𝐨𝐲𝐧𝐞, struggente e agghiacciante, ma anche “𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐥𝐚𝐝𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢” di 𝐌𝐚𝐫𝐤𝐮𝐬 𝐙𝐮𝐬𝐚𝐤 che ha il pregio di mostrare il conflitto dal punto di vista disincantato dei bambini.
Ma oggi vorrei farvi conoscere il racconto vissuto dal mio 𝐍𝐨𝐧𝐧𝐨 𝐌𝐚𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐑𝐢𝐠𝐚𝐭𝐨, che qualche anno fa ha pubblicato “𝐃𝐨𝐫𝐭𝐦𝐮𝐧𝐝-𝐋𝐚𝐠𝐞𝐫 𝟏𝟐𝟒𝟐 nel quale racconta la sua esperienza come prigioniero di guerra nel campo di concentramento di Dortmund.
Ricordo ancora i suoi innumerevoli racconti, come quando lo rinchiusero con altri prigionieri in una cella frigorifera. In pochi ne uscirono vivi, tra cui mio nonno per fortuna che però perse completamente l’olfatto. Non voglio dilungarmi troppo o entrare nel dettaglio perché comunque per me è doloroso parlarne, ma volevo rendergli omaggio grazie a cineSmania.
𝐀 𝐒𝐦𝐚𝐧𝐢𝐚𝐑𝐨𝐜𝐤 𝐏𝐢𝐥𝐥 𝐛𝐲 𝐑𝐨𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨
Nella giornata in cui si commemorano le vittime dei campi di sterminio, vi propongo di ascoltare “𝐖𝐢𝐭𝐡 𝐆𝐨𝐝 𝐨𝐧 𝐨𝐮𝐫 𝐬𝐢𝐝𝐞” del 𝟏𝟗𝟔𝟒 di 𝐁𝐨𝐛 𝐃𝐲𝐥𝐚𝐧, nella quale il cantautore premio Nobel, oltre naturalmente alla Shoah, ci ricorda quanto stupido e innaturale sia il ricorso a qualsivoglia forma di guerra e sopraffazione.
𝐒𝐨𝐦𝐞 𝐅𝐫𝐚𝐦𝐞𝐬 𝐟𝐫𝐨𝐦 𝐒𝐦𝐚𝐧𝐢𝐚𝐌𝐨𝐯𝐢𝐞𝐬 𝐛𝐲 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐧𝐢
I film che potreste vedere in questa giornata così dolorosa per la nostra storia sono tanti, pluripremiati e famosi. Forse per noi italiani "𝐋𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐞̀ 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚" 𝐝𝐢 𝐁𝐞𝐧𝐢𝐠𝐧𝐢 è il più conosciuto, ma io stasera rivedrò senz'altro, credo per la sesta/settima volta, 𝐒𝐜𝐡𝐢𝐧𝐝𝐥𝐞𝐫'𝐬 𝐋𝐢𝐬𝐭 di 𝐒𝐭𝐞𝐯𝐞𝐧 𝐒𝐩𝐢𝐞𝐥𝐛𝐞𝐫𝐠, basato sulla storia vera di Oskar Schindler, interpretato magistralmente da 𝐋𝐢𝐚𝐦 𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐍𝐞𝐞𝐬𝐨𝐧.
E' un film denso, intenso, con scelte fotografiche precise, evocative. L'ampio uso della camera a mano, il bianco e nero di quasi tutto il film, la produzione veloce, solo due mesi, il pressochè nullo utilizzo di artifici fanno del film un tentativo ottimamente riuscito di fare cinema attingendo al linguaggio del documentario. Raccontando quella che 𝐇𝐚𝐧𝐧𝐚𝐡 𝐀𝐫𝐞𝐧𝐝𝐭 definì 𝒍𝒂 𝑩𝒂𝒏𝒂𝒍𝒊𝒕𝒂̀ 𝒅𝒆𝒍 𝒎𝒂𝒍𝒆.
La bambina dal cappotto rosso, una citazione di un film del 1963, credo sia entrata nel nostro patrimonio collettivo. Una strage, il regista prese dichiaratamente posizione, non evitata appositamente perchè i binari che portavano ai campi di concentramento non vennero mai bombardati.
Articolo di 2021 © Francesca Numerati © Roberto Gaudenzi ©Gianni Caminiti
27 gennaio 2021
foto di 2021 ©Francesca Numerati
17 gennaio
Giornata Mondiale della PIZZA
Oggi 17 gennaio è la giornata mondiale della pizza e noi di cineSmania
la festeggiamo coi nostri amici di PizzAut nutriamo l'inclusione
sperando entro breve di vedere finalmente la pizzeria fisicamente aperta.
Per il momento la pizzeria è nella modalità “on the road, su “4 ruote” col suo 𝐭𝐫𝐮𝐜𝐤 𝐟𝐨𝐨𝐝, ma per chi come noi transita sulla “statale padana” più volte al giorno quella insegna accesa grida la voglia dei terribili ragazzi di aprire.
Noi di cineSmania, con Gianni Caminiti, stiamo scrivendo da tempo la storia di PizzAut e l'abbiamo raccolta, anzi la stiamo tuttora raccogliendo, nel libro “𝐒𝐭𝐚𝐫𝐭𝐀𝐮𝐭”. Il libro uscirà un mese dopo l'apertura della pizzeria.
Eravamo pronti già un anno fa a scrivere il capitolo finale prorpio sull'inaugurazione per poi presentare il libro finito un mese dopo. Ma poi fummo gelati dal Covid.
Ci riproviamo a dirlo.
𝐙𝐨𝐧𝐚 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐚 significa chiusura.
𝐏𝐢𝐳𝐳𝐚 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐚 significherà apertura.
Intanto la nostra Francesca Lucarelli oggi in casa sua sta preparando per pranzo questa Pizza Rossa e nella 𝐌𝐮𝐠 di cinesSmania ha versato una preziosa 𝐁𝐢𝐫𝐫𝐀𝐮𝐭 come rito propiziatorio..
Articolo di © Gianni Caminiti - 17 gennaio 2021
foto di ©Matteo Setti
28 dicembre
𝟏𝟐𝟓 𝐀𝐍𝐍𝐈 𝐃𝐈 𝐂𝐈𝐍𝐄𝐌𝐀
𝟐𝟖 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟏𝟖𝟗𝟓 - 𝟏𝟐𝟓 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚.
Immaginatevi di essere seduti ad un bar, esattamente 125 anni fa, e di assistere a qualcosa di inconsueto.
Capireste la portata di quello che accade davanti ai vostri occhi?
Mi sono chiesto sempre se gli avventori del 𝐒𝐚𝐥𝐨𝐧 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐞𝐧 𝐝𝐮 𝐆𝐫𝐚𝐧𝐝 𝐂𝐚𝐟𝐞́ 𝐝𝐢 𝐁𝐨𝐮𝐥𝐞𝐯𝐚𝐫𝐝 𝐝𝐞𝐬 𝐂𝐚𝐩𝐮𝐜𝐢𝐧𝐞𝐬 di 𝐏𝐚𝐫𝐢𝐠𝐢 si resero conto di stare partecipando ad un attimo di storia.
Il 28 dicembre di 125 anni fa vennero proiettati una decina di piccoli film, di cui "𝐥𝐞 𝐬𝐨𝐫𝐭𝐢𝐞 𝐝𝐞 𝐥'𝐮𝐬𝐢𝐧𝐞 𝐥𝐮𝐦𝐢𝐞̀𝐫𝐞 𝐚̀ 𝐥𝐲𝐨𝐧" è stato il primo.
46 secondi che modificarono per sempre lo storytelling mondiale.
Per noi di cineSmania una festa e una occasione per ricordare la prima proiezione proprio mentre i cinema sono tristemente chiusi.
Ma noi abbiamo la certezza che, come un secolo fa, come successe dopo la pandemia spagnola, torneremo nuovamente in sala.
Anche con Ombra e il Poeta.
Articolo di © Gianni Caminiti - 28 Dicembre 2020
25 dicembre
𝐍𝐀𝐓𝐀𝐋𝐄 𝟐𝟎𝟐𝟎 𝐞
𝐢 𝟐𝟓𝟎 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐁𝐄𝐄𝐓𝐇𝐎𝐕𝐄𝐍
Vorrei premettere che non amo particolarmente le canzoni che hanno come tema il Natale, tuttavia questo venerdì cade proprio in questo giorno particolare. Ed è il Natale di questo famigerato 2020!
Ricorrono i 250 anni dalla nascita di 𝐁𝐄𝐄𝐓𝐇𝐎𝐕𝐄𝐍.
Anche se la musica trattata in questa rubrica (SmaniaRock nd.r.) è di genere diverso, vorrei omaggiare uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi con il quarto movimento della nona sinfonia.
Beethoven ha composto la sua ultima sinfonia in condizioni di salute non certo floride, per di più pressoché sordo! Segno che la musica e ogni forma di arte la si ascolta dentro, nasce dall’interno.
La composizione è impegnativa ma solleva e dà forza, esalta gli animi e credo che ce ne sia bisogno.
Buon Natale a tutti!.
Articolo di © Roberto Gaudenzi - 25 Dicembre 2020
25 novembre
𝐆𝐈𝐎𝐑𝐍𝐀𝐓𝐀 𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎 𝐋𝐀 𝐕𝐈𝐎𝐋𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐃𝐈 𝐆𝐄𝐍𝐄𝐑𝐄
𝑂𝑔𝑛𝑖 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑑𝑜𝑛𝑛𝑎 𝑠𝑢𝑏𝑖𝑠𝑐𝑒 𝑣𝑖𝑜𝑙𝑒𝑛𝑧𝑎 ℎ𝑎 𝑔𝑖𝑎̀ 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜.
𝑃𝑒𝑟𝑑𝑒 𝑠𝑒 𝑑𝑒𝑛𝑢𝑛𝑐𝑖𝑎.
𝑃𝑒𝑟𝑑𝑒 𝑠𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑒𝑛𝑢𝑛𝑐𝑖𝑎.
𝐷𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑣𝑖𝑜𝑙𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑖𝑛𝑡𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑎 𝑙𝑒𝑖 𝑠𝑖 𝑎𝑓𝑓𝑜𝑙𝑙𝑒𝑟𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑎𝑣𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑟𝑡𝑖𝑔𝑙𝑖𝑒𝑟𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑠𝑢𝑒 𝑐𝑎𝑟𝑛𝑖.
Scrissi questa frase anni fa dopo aver assistito a uno spettacolo teatrale di una cara amica e l'anno scorso, a marzo, la ripubblicai per lanciare un video sulla violenza di genere. SONO CADUTA, si chiamava, la frase che più spesso una donna vittima di violenza dice.
Qualcuno si ostina a dire che non ha senso parlare di violenza di genere, che esiste la violenza, che non esiste il femminicidio, ma l'omicidio. E via così.
Non la penso affatto così. La violenza di genere è un fatto ed è una violenza quotidiana.
L'altro giorno quando stavo pensando a cosa avrei scritto.
Avrei guardato alle statistiche dell'anno?
Avrei guardato a qualche evento di cronaca delle ultime settimane?
Avrei scelto qualche caso particolare?
Mi è bastato sfogliare i giornali di ieri per capire di cosa avrei scritto.
Un giornale, Libero, si è permesso di scrivere tramite la penna sciagurata di Vittorio Feltri una serie di nefandezze sul caso “Genovese”. Se quell'articolo non provoca immediatamente la reazione dei suoi lettori, che dovrebbero essere ex lettori da ieri se fossero corretti, significa che in fondo quelle nefandezze le pensano in tanti e che la violenza di genere alberga in troppe persone. Anche donne. E quando la violenza, verbale, arriva da un'altra donna fa ancora più male. Ma anche questa è figlia della nostra società tuttora sessista.
E andando indietro ai giorni scorsi altri giornali che pubblicavano frasi sulla “genialità” di un “imprenditore” che ora doveva “stoppare momentaneamente” i suoi progetti. Quasi un “peccato che ci sia stata quella lì a provocarlo e che ora per colpa sua debba fermarsi”.
La vittima, col suo dolore, è stata relegata sullo sfondo.
Ci ha pensato Feltri ieri a riportarla in primo piano. Ovviamente in negativo. Perché se la vittima la porti in primo piano trasformandola nella colpevole fai un doppio favore a tutti i violenti maschilisti, come lo è, violento e maschilista, l'autore dell'articolo. Feltri..
“𝑃𝑒𝑛𝑠𝑎𝑣𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑚𝑒𝑟𝑎 𝑑𝑎 𝑙𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑓𝑎𝑐𝑜𝑙𝑡𝑜𝑠𝑜 𝑜𝑠𝑝𝑖𝑡𝑒 𝑎𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑟𝑒𝑐𝑖𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑟𝑜𝑠𝑎𝑟𝑖𝑜? 𝑁𝑜𝑛 ℎ𝑎 𝑠𝑜𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑎 𝑢𝑛 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑜 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑎𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑢𝑡𝑜 𝑡𝑜𝑔𝑙𝑖𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑙𝑒 𝑚𝑢𝑡𝑎𝑛𝑑𝑖𝑛𝑒 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑠𝑎𝑝𝑒𝑟𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑣𝑎 𝑟𝑖𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑠𝑒𝑙𝑒?”.
“𝑃𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 ℎ𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑓𝑎 𝑓𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑎 𝑠𝑐𝑜𝑝𝑎𝑟𝑛𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑡𝑒 𝑙𝑎 𝑑𝑎̀ 𝑣𝑜𝑙𝑒𝑛𝑡𝑖𝑒𝑟𝑖, 𝑓𝑖𝑔𝑢𝑟𝑎𝑡𝑒𝑣𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑖 𝑠𝑡𝑎”.
Allo stupratore, ovviamente non chiamato così, augura “𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑖𝑛𝑡𝑜𝑠𝑠𝑖𝑐𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑖𝑛 𝑐𝑎𝑟𝑐𝑒𝑟𝑒”.
E chiude con “𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑡𝑖𝑚𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑒𝑑𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑙𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑛𝑢𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑖𝑐ℎ𝑒, 𝑎𝑖 𝑠𝑢𝑜𝑖 𝑔𝑒𝑛𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑡𝑖𝑟𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑙𝑒 𝑜𝑟𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑒”.
Si, forte e chiaro. La vittima continua ad essere stuprata anche dopo.
E lo stesso possiamo dire della maestra costretta a lasciare il suo lavoro per dei video intimi pubblicati dal suo ex, un uomo di cui lei aveva evidentemente fiducia.
L'opinione pubblica contro chi si scaglia?
Contro l'uomo?
Contro la Preside che l'ha costretta a dimettersi violentandola a parole?
No, contro di lei.
Se ti capita qualcosa la colpa è tua.
Se ti fanno del male hai perso.
E perdi due volte.
Avevi la minigonna.
Avevi bevuto.
Eri in compagnia di più uomini.
E via così.
Oggi non scrivo col mio solito stile. Perché quando leggo cose così mi arrabbio.
Quindi chiudo con un racconto che contiene in qualche modo volgarità. Un racconto chiarificatore però.
Una volta discutendo animatamente con un uomo su un caso di cronaca usai una frase, che tuttora utilizzo in studio quando devo “convincere” (sic!) fino in fondo una donna che la violenza non se l'è cercata.
In un momento diverso della conversazione, perché non si insospettisse e rispondesse per come la pensava veramente, gli chiesi:
“𝑆𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑠𝑒𝑟𝑎 𝑡𝑢 𝑢𝑠𝑐𝑖𝑠𝑠𝑖 𝑒 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑠𝑠𝑖 𝑖𝑛 𝑢𝑛 𝑙𝑜𝑐𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑒𝑟𝑎 𝑓𝑎𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖 𝑠𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑐𝑜𝑛 5 𝑑𝑜𝑛𝑛𝑒, 𝑢𝑛𝑎 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑙'𝑎𝑡𝑟𝑎, 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖?”
“𝑈𝑛 𝑓𝑖𝑔𝑜”
“𝐸 𝑠𝑒 𝑙𝑜 𝑓𝑎𝑐𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑑𝑜𝑛𝑛𝑎? 𝑆𝑒 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑙 𝑙𝑜𝑐𝑎𝑙𝑒 𝑓𝑎𝑐𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑠𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑐𝑜𝑛 5 𝑢𝑜𝑚𝑖𝑛𝑖, 𝑢𝑛𝑜 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑙'𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜?”
Vi lascio intuire quale fu la sua risposta.
Articolo di © Gianni Caminiti - 25 Novembre 2020
Nella immagine un fotogramma di Shot#2 "Sono Caduta" - Seven Short Shots
𝟐𝟎 𝐍𝐎𝐕𝐄𝐌𝐁𝐑𝐄 – 𝐆𝐈𝐎𝐑𝐍𝐀𝐓𝐀 𝐈𝐍𝐓𝐄𝐑𝐍𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐄 𝐏𝐄𝐑 𝐈 𝐃𝐈𝐑𝐈𝐓𝐓𝐈 𝐃𝐄𝐋𝐋’𝐈𝐍𝐅𝐀𝐍𝐙𝐈𝐀 𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋’𝐀𝐃𝐎𝐋𝐄𝐒𝐂𝐄𝐍𝐙𝐀
Il 20 novembre 1989 venne approvata dall’ONU la Convenzione sui diritti dell’infanzia, ratificata ad oggi in 190 Paesi tra cui l’Italia. I principi su cui si basa la Convenzione mettono al centro l’interesse superiore dei minori in ogni circostanza e l’ascolto delle loro opinioni.
In tutto ciò l’educazione viene considerato un diritto fondamentale. E come si sa, ad ogni diritto corrisponde anche un dovere, sociale e personale, che, in questo caso, è del mondo adulto.
Ognuno di noi è quindi chiamato, nel suo piccolo o grande ruolo, a contribuire allo sviluppo sereno e pieno di ogni bambino e bambina.
A breve, cineSmania, inaugurerà anche una nuova collana di libri per bimbi e genitori, proprio con l’intento di promuovere e supportare mamme e papà nel non sempre facile compito di essere educatori oggi, in una società sempre più complessa, ma anche affascinante, perché ci lancia continue sfide che aiutano tutti a crescere.
E a riflettere.
Articolo di © Chiara Resenterra - 20 Novembre 2020
Nella immagine un fotogramma del booktrailer di "Il Pinguino che voleva essere Aquila"
𝐋𝐀 𝐒𝐂𝐎𝐌𝐏𝐀𝐑𝐒𝐀 𝐃𝐈
𝐏𝐇𝐈𝐋𝐈𝐏𝐏𝐄 𝐃𝐀𝐕𝐄𝐑𝐈𝐎
“𝑺𝒐𝒏𝒐 𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒗𝒊𝒏𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒂 𝒄𝒖𝒍𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒔𝒂𝒍𝒗𝒆𝒓𝒂̀ 𝒊𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐”
Ripensare e ricordare un gigante con il farfallino come 𝐏𝐡𝐢𝐥𝐢𝐩𝐩𝐞 𝐃𝐚𝐯𝐞𝐫𝐢𝐨 è per me ricordare un pezzo della mia storia.
Da tanti anni infatti conservo e saltuariamente coltivo la passione per la storia dell’arte. Questa passione nacque anni fa quando rivedevo Roma con i suoi palazzi e i suoi monumenti, le sue fontane e le sue basiliche. Da allora ogni volta che viaggiavo non facevo mancare occasione di leggere e arricchire il mio bagaglio culturale per poter gustare meglio ciò che i miei occhi che vedevano.
Se questa è stata la scintilla primordiale serviva però carburante che alimentasse il fuoco di questa passione. Lo trovai in una rivista specializzata come Artedossier, diretta proprio da Daverio. Senza accorgermene in quella rivista trovavo il suo tocco inconfondibile, quello che lo ha reso una figura di primo piano nel mondo della divulgazione culturale: l’arte della semplicità e il gusto per il bello.
Sia nelle sue trasmissioni che nei libri come anche negli interventi pubblici Daverio aveva la capacità di prenderti per mano e portarti in un mondo che fino a poco prima era per te completamente sconosciuto. Alla fine di quel viaggio scoprivi poi inaspettatamente che i grandi artisti erano diventati per te dei compagni di viaggio insostituibili. Daverio non lo faceva però semplificando la materia che trattava ma dando un assaggio di cosa volesse dire veramente la cultura a tutto tondo.
La sua figura divenne anche presto iconica con il suo grande faccione che guardando fisso la telecamera ti scrutava e ti interrogava. Sempre però con l’immancabile farfallino che gli dava quel tocco unico ed inimitabile.
Il suo sguardo appassionato si vedeva anche nella visione che aveva del mondo. Da profondo conoscitore dei corsi e ricorsi storici sapeva che la cultura e il nostro patrimonio artistico avrebbero potuto fare la differenza.Oggi ringraziandolo per aver alimentato la mia passione per la cultura (come quella di molte altre persone) credo che ci lasci una missione precisa: valorizzare ciò che abbiamo perché sarà proprio questa nostra cultura fatta di libri, musica arte e cinema a salvarci quando ne avremo bisogno.
Articolo di © Marco Facoetti - 2 settembre 2020
𝟏𝟓𝟎 𝐀𝐍𝐍𝐈 𝐃𝐈 𝐌𝐎𝐍𝐓𝐄𝐒𝐒𝐎𝐑𝐈
Il 31 agosto, per la precisione di 150 anni fa nacque una donna rivoluzionaria, destinata a segnare e rimanere nella storia.
Maria Tecla Artemisia Montessori è infatti tutt’oggi considerata una pietra miliare per chi si occupa di scuola e non solo.
In un mondo maschile, in cui le quote rosa non esistevano, seppe ed ebbe la forza di farsi strada e di coniugare le idee conservatrici e innovative ereditate dai genitori.
Fu la terza donna italiana a conseguire la laurea in Medicina nel 1896, con la specializzazione in neuropsichiatria. Nello stesso anno partecipò anche al Congresso Femminile di Berlino in rappresentanza dell’Italia, contribuendo con il suo impegno ed esempio all’emancipazione delle donne.
Ma la passione che la animava la portò anche oltre.
Tutta la sua vita fu spesa in un continuo percorso di approfondimento in campi che in apparenza, nell’attuale suddivisione dei saperi, potrebbero sembrare contrastanti quando invece sono solo complementari: materie scientifiche e materie umanistiche trovano nei suoi studi un felice incontro, tant’è che è ricordata sia come scienziata che, e soprattutto, come un’illuminata educatrice e pedagogista.
Nel 1898 si laureò anche in Filosofia.
L’opera Montessoriana non si ferma però al solo conoscere, la sua intera esistenza fu mossa anche dal fare, proseguendo una linea coerente con il suo pensiero ha attraversato gli anni politicamente peggiori degli ultimi secoli, con le Due Guerre Mondiali.
Il Metodo Montessori aveva una filosofia di base attualissima anche oggi: la libertà favorisce la creatività del bambino, creatività che è connaturata alla natura stessa delle prime fasi della vita dell’essere umano.
Compito dell’insegnante è accompagnare in questa crescita, predisporre un ambiente adatto ai bambini, “assecondare” le loro inclinazioni per condurli all’espressione del loro potenziale.
Ma io credo che il contributo più bello lo abbia lasciato per la sua attenzione a tutta l’infanzia: dalla disabilità alla povertà, nulla fu trascurato nei suoi studi e nel suo agire: questa visione d’insieme che forse oggi manca dovrebbe portare ogni insegnante a riscoprirla per progettare una Scuola migliore.
E così, 150 anni dopo, l’invito è a rileggere la sua Opera immensa, per celebrarla, come Donna, come Scienziata, come Educatrice.
Articolo di ©Chiara Resenterra - 25 agosto 2020
Nelle foto: Maria Montessori
Elaborazione grafica di Chiara Resenterra
𝐂𝐇𝐈 𝐒𝐄 𝐍𝐄 𝐅𝐑𝐄𝐆𝐀:
𝐂𝐈𝐍𝐄𝐒𝐌𝐀𝐍𝐈𝐀 𝐑𝐈𝐂𝐎𝐌𝐈𝐍𝐂𝐈𝐀
𝐃𝐀 𝐔𝐍 𝐔𝐑𝐋𝐎
𝐄𝐃𝐈𝐓𝐎𝐑𝐈𝐀𝐋𝐄
𝐒𝐭𝐫𝐞𝐚𝐦𝐢𝐧𝐠 𝐚𝐮𝐝𝐢𝐨, 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐚𝐦𝐢𝐧𝐠 𝐯𝐢𝐝𝐞𝐨 𝐞 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐚𝐭𝐞𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢.
Per chi come noi di cineSmania si impegna in prima persona a produrre 𝐟𝐢𝐥𝐦, 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 e 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐢 𝐞𝐝𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢 certe notizie, già in circolazione dal 2018, sono sempre e comunque bordate al cuore.
Mi riferisco alla fine del supporto fisico della musica degli ultimi 40 anni.
Il Compact Disc .
(CD - vedi articolo al link alla nota 1)
Dal 𝐕𝐢𝐧𝐢𝐥𝐞 al 𝐂𝐝 alle tracce sui sevizi 𝐒𝐭𝐫𝐞𝐚𝐦𝐢𝐧𝐠 la qualità è peggiorata senza però lasciarne alcun sospetto nelle orecchie degli ascoltatori.
Se prima ascoltavi musica da casse divise tra basse-medie-alte oggi se va bene hai un cassa bloetooth (!) se no delle cuffiette di scarsa qualità.
Un "file", una "traccia", te la puoi fare in stanzetta, con un loop generato da un SW. Un effetto "autotune" e sei a posto anche se sei stonato , anzi, soprattutto. (Vedi video alla nota numero 2).
E chi se ne frega più di studiare canto, per esempio.
"Servizi" come Spotify e simili partecipano al decremento di qualità (e anche al decremento delle possibilità di veri guadagni per l'artista). Nonostante ciò, pur di continuare a far il proprio lavoro e a tentare di "vivere" di musica anche artisti davvero degni di questo nome oramai non prendono più in considerazione il supporto fisico.
L'investimento economico è un primo filtro.
Spiego meglio il perchè abbinandolo ad un altro nostro settore di interesse.
Mancando di totale filtro, l'autopubblicazione di 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢 virtuali (Amazon in testa) sta mortalmente abbattendo la qualità dei contenuti editoriali.
Per fitro intendo un produttore/editore/mecenate che investe del denaro o l'autopubblicazione onerosa.
Se si spendono soldi la qualità viene controllata. Nessun editore spende a caso. E se vuoi spendere tu a caso e buttare via soldi sei libero di farlo.
Ma è un deterrente abbastanza solido.
Questa è la fine dell'occhio capace di discernere per esempio tra una buona impaginazione ed una scadente ma anche sulla capacità critica sui contenuti.
Amazon guadagna pochi centesimi a copia ma il suo scopo è quello. Far sì che ognuno pubblichi il suo "libro" a 0,99€ in modo da una parte di illudere lo scrittore che farà tanti soldi e dall'altra indurre i 100 amici di quello "scrittore" a comprare un prodotto non all'altezza di un filtro professionale (prima di tutto un editor che ingaggi vere lotte con l'autore sui contenuti).
Il meccanismo è semplice. Pochi soldi per tanti scrittori = tanti soldi per Amazon.
L'occhio già da tempo, con l'avvento delle fotocamere sui cellulari, ha perso la capacità di discernere tra una 𝐟𝐨𝐭𝐨𝐠𝐫𝐚𝐟𝐢𝐚 indecente e una ben fatta (per forza a furia di fotografare sushi e fare selfie...).
Moltissimi profili social di ragazzi davvero alle prime armi che non conoscono nemmeno l'accoppiata tempo-diaframma (per non parlare delle sensibilità ISO..queste sconosiute) recano accanto al nome PH (fotografo!).
Lo sanno bene amici fotografi, davvero professionisti, che hanno ormai deciso di appendere definitivamente (o quasi) la macchina fotografica al chiodo. I primi due che mi vengono in mente, "fotografi resistenti", sono Mario Biancardi e Danilo Pedruzzi.
La qualità dei 𝐟𝐢𝐥𝐦 in streaming (sia come video che come audio) non è minimamente paragonabile all'esperienza in sala. Qui i "colpevoli" sono davvero tantissimi, ancora una volta Amazon (primevideo) e altre piattaforme simili.
I contenuti sono sempre meno importanti (anche se invece nei tutorial dicono che sono i contenutio a fare la differenza. Fumo negli occhi).
"Fai cose che vendono".
Ma la cultura cinematografica potrebbe e dovrebbe esser altro.
Elio Germano in una intervista urlava
"ma chi se ne frega che non fa ascolti. Tu alla gente le devi dare da mangiare cultura! Chi se ne frega se non fa soldi"
(vedi video alla nota 3)
Penserete sia lo sfogo di un nostalgico.
Può essere.
Della diminuita capacità di discriminare però me ne sono reso conto durante la postproduzione del mio film, Ombra e il Poeta.
Persone molto più giovani, quindi con "sensori" molto più acuti (occhi, orecchie soprattutto) incapaci di distinguere suoni e colori rispetto a gente con 40 anni di più e sensi ormai deteriorati dall'età. Disabitudine alla qualità o semplicemente non sono stati educati a discernere.
Noi di cineSmania continueremo a fare film, libri e musica sperando che la "materialità" del supporto continui ad esserci, anzi che torni in auge.
Certo sarà dura. Ma noi ci proveremo.
E come noi ci provano ancora in tanti.
Ma sono e saranno sempre meno, sempre più intenzionati a mollare.
Allora oggi, nel ripartire con la nostra fatica editoriale, un saluto particolare lo dedichiamo all'amico "resistente" Federico Frusciante di Videodrome che, nonostante tutte queste bordate continua a noleggiare (sempre meno) film, a vendere (sempre meno) DVD e a donare (sempre più) ottimi consigli critici in negozio e sul suo canale Yuotube (consigliatissimo insieme al canale di Victorlaszlo88).
E allora, il giorno prima di riprendere con la programmazione, lo urliamo con lui, che è inconsapevole della dedica del nostro articolo di oggi, un bel:
𝐂𝐇𝐈 𝐒𝐄 𝐍𝐄 𝐅𝐑𝐄𝐆𝐀.
Comprate libri cartacei.
Comprate musica su suporti fisici ( o almeno da servizi legali).
Andate al cinema.
Acquistate DVD e Bluray.
Anche i nostri se vi va. Li trovate al link https://www.cinesmania.it/libri-cd
Da domani, 25 agosto, riprendono le nostre rubriche.
NOTE:
1) http://meiweb.it/…/addio-al-compact-disc-dal-2022-stop-all…/
(la fine del supporto fisisco nella musica: il CD)
2) https://www.youtube.com/watch?v=sVhNxhvFdps
(Come fare un brano trap. Video Ironico, ma verissimo.)
3) https://videodromenews.com/video/elio-germano-arte-italiana…
(Spezzone di Intervista a Elio Germano sulla qualità del cinema e tv)
Articolo di ©Gianni Caminiti - 24 agosto 2020
nella FOTO: il videodrome di Federico Frusciante
𝐋𝐀 𝐒𝐂𝐎𝐌𝐏𝐀𝐑𝐒𝐀
𝐃𝐈 𝐀𝐋𝐀𝐍 𝐏𝐀𝐑𝐊𝐄𝐑.
𝐈𝐋 𝐑𝐄𝐆𝐈𝐒𝐓𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐌𝐔𝐒𝐈𝐂𝐀
Pochi giorni fa abbiamo dovuto salutare il compositore del cinema, il maestro 𝐄𝐧𝐧𝐢𝐨 𝐌𝐨𝐫𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐞.
Oggi l'amaro ricordo va al regista 𝐀𝐥𝐚𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐤𝐞𝐫.
Un genio assoluto del cinema, soprattutto quello musicale.
Parker è stato ed è un personale riferimento perchè è stato il regista di tre film che mi hanno profondamente imprintato.
Leggerete in questi giorni ovviamente di 𝐅𝐮𝐠𝐚 𝐝𝐢 𝐌𝐞𝐳𝐳𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞, il bellissimo film che lo rese celebre. Vidi con dolore quel film, identificandomi con le angosce del ragazzo arrestato e detenuto in Turchia per droga.
O sicuramente leggerete di 𝐅𝐚𝐦𝐞 (Saranno Famosi) prima sua regia musicale.
Due film bellissimi.
Io di lui ho subìto il fascino anche per 𝐁𝐢𝐫𝐝𝐲, 𝐥𝐞 𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭𝐚̀. Che altro gran bel film.
Ma, come dicevo, 3 suoi film hanno letteralmente sovrascritto parte del mio codice genetico artistico.
𝐏𝐢𝐧𝐤 𝐅𝐥𝐨𝐲𝐝 𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥 (1982), 𝐓𝐡𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐦𝐢𝐭𝐦𝐞𝐧𝐭𝐬 (1991) ed 𝐄𝐯𝐢𝐭𝐚 (1996).
Il primo film, la versione cinematografica dell’atipica Opera rock 𝐏𝐢𝐧𝐤 𝐅𝐥𝐨𝐲𝐝 𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥, credo di averlo rivisto almeno una cinquantina di volte.
Ero un ragazzetto ed il film era uscito già da qualche anno quando lo vidi la prima volta. Pur senza fare uso di alcool o sostanze stupefacenti quel film su di me ebbe l'effetto congiunto di varie droghe.
Me ne andavo in giro come se avessi visitato un coffee shop Olandese, in uscita da un concerto al parco Lambro mentre assaporavo biscotti all'erba.
Insomma per dirvi l'effetto psichedelico che il 𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥 aveva su di me.
Ha pesantemente influenzato, quel film e la musica di quell'album, il mio essere musicista prima e regista poi.
Una inquadratura del mio film, l'opera rock 𝐎𝐦𝐛𝐫𝐚 𝐞 𝐢𝐥 𝐏𝐨𝐞𝐭𝐚, è un diretto omaggio a The Wall (nella immagine).
Eravamo anche in anni dove gli effetti speciali non erano ancora assistiti dalla Computer Grafica e la regia di Parker saltava con disinvoltura tra vari stili: dal film di guerra, al cartoon, al cinema classico con citazioni di 𝐇𝐮𝐦𝐩𝐡𝐫𝐞𝐲 𝐁𝐨𝐠𝐚𝐫𝐭.
Il progetto, nato da 𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫 𝐖𝐚𝐭𝐞𝐫𝐬, che più tardi racconterà che the Wall fu necessario per “espiare colpe” verso il suo pubblico e ad omaggiare il padre deceduto durante la Seconda Guerra Mondiale, vedeva 𝐏𝐚𝐫𝐤𝐞𝐫 prima nel ruolo di produttore ma poi subentrare prepotentemente al direttore scelto in precedenza, dando una impronta incisiva al film, come regista.
Grazie ai meravigliosi disegni ed animazioni di 𝐆𝐞𝐫𝐚𝐥𝐝 𝐒𝐜𝐚𝐫𝐟𝐞
e alle ambientazioni ben oltre l'onirico, la sua crudezza, 𝐏𝐚𝐫𝐤𝐞𝐫 dà la sua zampata al film escludendo persino 𝐖𝐚𝐭𝐞𝐫𝐬, messo in "ferie forzate", dalle idee centrali.
La follia crescente di 𝐏𝐢𝐧𝐤, l'eroe schizofrenico e drogatissimo del film, omaggia un altro 𝐅𝐥𝐨𝐲𝐝, 𝐒𝐲𝐝 𝐁𝐚𝐫𝐫𝐞𝐭.
Quando qualcuno si chiedesse come sia possibile che un regista possa essere decisivo quando non ha scritto quasi nulla di una sceneggiatura, beh mostrategli 𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥.
Il secondo film è 𝐓𝐡𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐦𝐢𝐭𝐦𝐞𝐧𝐭𝐬, del 1991.
In una Dublino dominata dagli 𝐔𝟐 una band “si avvia a diventare la terza band più famosa del paese”. Sono i The Commitments.
Un film fantastico. Leggero e onirico, con la musica ancora una volta a farla da protagonista.
La storia, viene cucita dal punto di vista del “produttore” 𝐉𝐢𝐦𝐦𝐲 𝐑𝐚𝐛𝐛𝐢𝐭𝐭𝐞, un ragazzo che decide di gettarsi in una avventura: portare il Soul e il Rythm & Blues a Dublino.
Di fronte agli sbigottiti futuri elementi della band, selezionati in improbabili e comici provini, Jimmy mostra loro 𝐉𝐚𝐦𝐞𝐬 𝐁𝐫𝐨𝐰𝐧 in una delle sue performance e alla domanda se loro non fossero un po' troppo bianchi per questa musica Jimmy dirà una frase diventata storica:
«𝑮𝒍𝒊 𝑰𝒓𝒍𝒂𝒏𝒅𝒆𝒔𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒊 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒏𝒆𝒈𝒓𝒊 𝒅'𝑬𝒖𝒓𝒐𝒑𝒂, 𝒊 𝑫𝒖𝒃𝒍𝒊𝒏𝒆𝒔𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒊 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒏𝒆𝒈𝒓𝒊 𝒅𝒊 𝑰𝒓𝒍𝒂𝒏𝒅𝒂 𝒆 𝒏𝒐𝒊 𝒅𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒊𝒇𝒆𝒓𝒊𝒂 𝒔𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒊 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒏𝒆𝒈𝒓𝒊 𝒅𝒊 𝑫𝒖𝒃𝒍𝒊𝒏𝒐, 𝒒𝒖𝒊𝒏𝒅𝒊 𝒓𝒊𝒑𝒆𝒕𝒆𝒕𝒆 𝒄𝒐𝒏 𝒎𝒆 𝒂𝒅 𝒂𝒍𝒕𝒂 𝒗𝒐𝒄𝒆: "𝑺𝒐𝒏𝒐 𝒖𝒏 𝒏𝒆𝒈𝒓𝒐 𝒆 𝒎𝒆 𝒏𝒆 𝒗𝒂𝒏𝒕𝒐!"»
Il film di 𝐀𝐥𝐚𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐤𝐞𝐫 è utilizzato spessissimo nei corsi di autorealizzazione, di management e simili per la capacità di muovere profondamente l'autostima degli spettatori in formazione. Non a caso “𝒕𝒉𝒆 𝑳𝒊𝒑𝒔” il vecchio trombettista e un po' “pallonaro” 𝐉𝐨𝐞𝐲 𝐅𝐚𝐠𝐚𝐧 dirà a Jimmy:
“𝑻𝒖 𝒉𝒂𝒊 𝒂𝒍𝒛𝒂𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝒍𝒊𝒗𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒂𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒂𝒕𝒊𝒗𝒆, 𝒈𝒍𝒊 𝒉𝒂𝒊 𝒂𝒍𝒍𝒂𝒓𝒈𝒂𝒕𝒐 𝒈𝒍𝒊 𝒐𝒓𝒊𝒛𝒛𝒐𝒏𝒕𝒊. 𝑪𝒆𝒓𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒗𝒂𝒎𝒐 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒇𝒂𝒎𝒐𝒔𝒊 𝒆 𝒊𝒏𝒄𝒊𝒅𝒆𝒓𝒆 𝒕𝒂𝒏𝒕𝒊 𝒅𝒊𝒔𝒄𝒉𝒊 𝒎𝒂 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒂𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒃𝒂𝒏𝒂𝒍𝒆. 𝑪𝒐𝒔𝒊̀ 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒆 𝒆̀ 𝒑𝒐𝒆𝒔𝒊𝒂”.
Un film magico che rivedrò assolutamente in questi giorni.
Il terzo è 𝐄𝐯𝐢𝐭𝐚, l'opera rock di 𝐀𝐧𝐝𝐫𝐞𝐰 𝐋𝐥𝐨𝐲𝐝 𝐖𝐞𝐛𝐛𝐞𝐫, l'autore di 𝐂𝐚𝐭𝐬 e 𝐉𝐞𝐬𝐮𝐬 𝐂𝐡𝐫𝐢𝐬𝐭 𝐒𝐮𝐩𝐞𝐫𝐬𝐭𝐚𝐫 su 𝐄𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐏𝐞𝐫𝐨𝐧 𝐉𝐮𝐚𝐧, la moglie di 𝐉𝐮𝐚𝐧 𝐏𝐞𝐫𝐨𝐧, adorata dal popolo argentino. Un film con 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐁𝐚𝐧𝐝𝐞𝐫𝐚𝐬 e una superlativa 𝐌𝐚𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚.
Diversissimo dalle altre due pellicole, il film fu accolto in Argentina come un insulto alla memoria della first lady, dipinta come una arrampicatrice sociale senza scrupoli.
Inizialmente l'album dell'opera rock non mi piacque granchè, piena com'era di pezzi latinoamericani, sonorità che non amo particolarmente.
𝐋𝐥𝐨𝐲𝐝 𝐖𝐞𝐛𝐛𝐞𝐫, come in tutte le sue opere rock, cura le ambientazioni sonore badando a calarle nella giusta realtà della storia. Così come nel 𝐏𝐡𝐚𝐧𝐭𝐨𝐦 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐞 𝐎𝐩𝐞𝐫𝐚 i brani riecheggiano completamente brani classici d'opera e in 𝐉𝐞𝐬𝐮𝐬 𝐂𝐡𝐫𝐢𝐬𝐭 𝐒𝐮𝐩𝐞𝐫𝐬𝐭𝐚𝐫 le scale mediorientali così in 𝐄𝐯𝐢𝐭𝐚 la musica latina la fa da padrona. Ma la regia di 𝐏𝐚𝐫𝐤𝐞𝐫 mi ha fatto prima “digerire” meglio le sue sonorità e poi amare appassionatamente.
Così 𝐄𝐯𝐢𝐭𝐚 è entrata tra i miei film di culto e, pur non evidente, il cofanetto del DVD compare in una inquadratura della mia opera rock, Ombra e il Poeta.
Io ovviamente vi consiglio caldamente, qualora non li aveste mai visti, di guardarli immediatamente.
Sono 3 film che nella videoteca di un 𝐜𝐢𝐧𝐞𝐒𝐦𝐚𝐧𝐢𝐚𝐜𝐨 non possono mancare.
Articolo di ©Gianni Caminiti - 31 luglio 2020
Nella foto: un fotogramma del film 𝐎𝐦𝐛𝐫𝐚 𝐞 𝐢𝐥 𝐏𝐨𝐞𝐭𝐚
𝐈𝐋 𝐌𝐀𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎 𝐌𝐎𝐑𝐑𝐈𝐂𝐎𝐍𝐄
𝐀𝐏𝐏𝐎𝐆𝐆𝐈𝐀 𝐋𝐀 𝐁𝐀𝐂𝐂𝐇𝐄𝐓𝐓𝐀
𝐏𝐄𝐑 𝐋'𝐔𝐋𝐓𝐈𝐌𝐀 𝐕𝐎𝐋𝐓𝐀
Un grave lutto per la cultura italiana.
E' mancato il Maestro 𝐄𝐧𝐧𝐢𝐨 𝐌𝐨𝐫𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐞.
Oggi leggerete e ascolterete di tutto su di lui su giornali e TV, quindi non mi concentrerò sui dati, che potrete trovare davvero ovunque, ma scriverò un saluto personale, fortemente emozionale.
O
gnuno di noi ha dei riferimenti durante la sua vita. Per la vita di un musicista e amante del cinema quale io sono, Morricone era uno di questi.
Sono venuto su a “buona musica e buon cinema” che per me insieme avevano soprattutto il sapore dell'Opera Rock perché in esse si fondevano magnificamente.
Delle Opere Rock e dei Film in genere ho sempre amato di più i momenti in cui l'orchestra prende totalmente il sopravvento e le immagini diventano quasi secondarie. Beh, forse secondarie per chi come me non può ascoltare la musica senza vedere per aria pentagrammi e note ma sono certo che chiunque vedesse certi momenti, toccanti, dei loro film più amati senza la musica non riceverebbe le stesse emozioni.
O forse non ne riceverebbe affatto.
La musica nei film è un'amplificatore emozionale.
Non può pensare a 𝑯𝒊𝒈𝒉𝒍𝒂𝒏𝒅𝒆𝒓 per esempio senza avere il cuore che batte al ritmo forsennato del Rock dei 𝑸𝒖𝒆𝒆𝒏 o 𝑹𝒐𝒄𝒌𝒚 senza la cavalcata musicale di 𝑩𝒊𝒍𝒍 𝑪𝒐𝒏𝒕𝒊 sui 72 gradini del 𝑷𝒉𝒊𝒍𝒂𝒅𝒆𝒍𝒑𝒉𝒊𝒂 𝑴𝒖𝒔𝒆𝒖𝒎 𝒐𝒇 𝑨𝒓𝒕 𝒅𝒊 𝑷𝒉𝒊𝒍𝒂𝒅𝒆𝒍𝒑𝒉𝒊𝒂.
Così come non puoi pensare agli 𝑺𝒑𝒂𝒈𝒉𝒆𝒕𝒕𝒊 𝑾𝒆𝒔𝒕𝒆𝒓𝒏 di 𝑺𝒆𝒓𝒈𝒊𝒐 𝑳𝒆𝒐𝒏𝒆, famosi in tutto il mondo, senza le musiche di Morricone.
Ma quello dei western è stato solo l'incipit di una carriera eccezionale legata alla musica per le immagini del maestro, con più di 100 titoli, per cinema e TV.
Morricone, che ha sfiorato l'Oscar così tante volte che non puoi crederci, si è visto assegnare un “Oscar alla carriera” nel 2007. Perché quelli dell'𝑨𝒄𝒂𝒅𝒆𝒎𝒚 ad un certo punto si sono resi conto che mai avevano concesso quel riconoscimento al più grande compositore vivente e si erano affrettati a darne uno “alla carriera” per evitare di darne uno “alla memoria”.
Si devono essere detti “ma come cavolo abbiamo fatto a non dare l'Oscar a colonne sonore come quelle di “𝑴𝒊𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏” 𝒐 “𝑻𝒉𝒆 𝑼𝒏𝒕𝒐𝒖𝒄𝒉𝒂𝒃𝒍𝒆𝒔” ?
Ma la longevità, non solo anagrafica ma sopratutto artistica, di Morricone gliene avrebbe fatto vincere uno molti anni dopo, nel 2016 con “𝑻𝒉𝒆 𝑯𝒂𝒕𝒆𝒇𝒖𝒍 𝑬𝒊𝒈𝒉𝒕” di 𝑻𝒂𝒓𝒂𝒏𝒕𝒊𝒏𝒐. Un film che, non mento, non mi è piaciuto per niente e che almeno per le musiche ha avuto un suo senso per me vederlo al cinema. E in che cinema! L'ho visto in sala Energia in Arcadia Cinema, il miglior cinema al mondo in quanto ad audio.
Morricone ha meritato la “ouverture” di quel film a “sipario chiuso”, come solo nell'opera si fa.
Una schermata fissa ed il pubblico solo intento ad ascoltare la sua musica. Come a dire “preparati con la musica a quello che stai per vedere”.
Ed è così.
Niente come la musica può prepararti a questo.
Prepararti, prima, ed accompagnarti, poi. Dentro le emozioni e le identificazioni.
Morricone ha toccato secondo me i punti più alti del suo lirismo musicale nelle note lievemente malinconiche degli oboi che sapeva fare esprimere al loro massimo potenziale. Penso a “𝑴𝒊𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏” col famosissimo “𝑮𝒂𝒃𝒓𝒊𝒆𝒍'𝒔 𝑶𝒃𝒐𝒆” o a “𝒍𝒂 𝑪𝒂𝒍𝒊𝒇𝒇𝒂”. “
Ma anche i suoi pieni d'orchestra accompagnano e amplificano le emozioni più forti. Pensate per esempio a cosa sarebbe “𝑻𝒉𝒆 𝑼𝒏𝒕𝒐𝒖𝒄𝒉𝒂𝒃𝒍𝒆𝒔” senza le musiche di Morricone.
Ma oggi ci sono io come uomo e le mie emozioni.
Non mi sono mai vergognato a dirlo, sono uno che al cinema piange spesso. Come un vitello. Non c'è modo di arrestare il flusso delle mie lacrime quando partono e questo capita sempre ed inesorabilmente quando la musica mi tocca profonde corde emotive.
Ok, si lo ammetto, piango anche solo se ascolto certa musica.
E il film su cui ho speso più lacrime in assoluto è un film su cui ha composto le musiche il Maestro Morricone.
Una perfetta sintesi emotiva tra il testo “𝙉𝙤𝙫𝙚𝙘𝙚𝙣𝙩𝙤” di 𝘽𝙖𝙧𝙞𝙘𝙘𝙤, la regia di 𝙂𝙞𝙪𝙨𝙚𝙥𝙥𝙚 𝙏𝙤𝙧𝙣𝙖𝙩𝙤𝙧𝙚 e le musiche di 𝙀𝙣𝙣𝙞𝙤 𝙈𝙤𝙧𝙧𝙞𝙘𝙤𝙣𝙚. Anche i due personaggi principali del film, 𝙏𝙞𝙢 𝙍𝙤𝙩𝙝 e 𝙋𝙧𝙪𝙞𝙩𝙩 𝙏𝙖𝙮𝙡𝙤𝙧 𝙑𝙞𝙣𝙘𝙚 hanno fatto la loro parte.
“𝙇𝙖 𝙡𝙚𝙜𝙜𝙚𝙣𝙙𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙥𝙞𝙖𝙣𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙨𝙪𝙡𝙡'𝙤𝙘𝙚𝙖𝙣𝙤”, assurdamente nemmeno nominato all'Oscar, è stata una chicca cinematografica che mi ha fatto piangere ogni volta che l'ho visto, negli stessi punti e per lo stesso numero di minuti. Nemmeno un secondo di meno. E lacrime anche a film finito. Del resto la storia, struggente, che parla anche di musica e solitudine, dita che suonano un pianoforte che non c'è più, è fatta apposta per toccare le mie corde emotive più profonde.
Chi conosce la musica che compongo sa di cosa parlo.
Ognuno ha un registro emotivo più in sintonia con la propria anima e la mia è una “𝑏𝑙𝑢𝑒 𝑛𝑜𝑡𝑒”, una nota scura, tristemente melanconica. Quella nota melanconica che ho ritrovato più volte nella musica di Morricone.
Appena stamattina presto mi hanno avvisato della sua scomparsa, non ho potuto fare a meno di ascoltare di nuovo tutto quello che potevo. E quasi sempre insieme alla musica, ad occhi chiusi, rivedevo le immagini.
Una simbiosi perfetta.
E sono state lacrime. Tanta tristezza e lacrime vere oggi. Come fu lo scorso anno per 𝑪𝒂𝒎𝒊𝒍𝒍𝒆𝒓𝒊, morto anch'egli a luglio.
Ogni volta che muore uno dei personaggi che più ho amato perché hanno contribuito alla mia formazione prima di tutto come uomo e poi come artista, sento un forte dolore. Come quando morì mio nonno, il mio vero faro etico ed emotivo.
E oggi se ne va un uomo che per la musica altrettanto faro è stato per me.
Addio Maestro. Nonno.
Articolo di ©Gianni Caminiti - 6 luglio 2020
Nell'immagine un fotogramma del film “𝙇𝙖 𝙡𝙚𝙜𝙜𝙚𝙣𝙙𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙥𝙞𝙖𝙣𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙨𝙪𝙡𝙡'𝙤𝙘𝙚𝙖𝙣𝙤”
BELLI E FRAGILI. COME FIORI
UNLOCK DAY
In questi durissimi tre mesi abbiamo assistito a tante morti.
Morte di persone prima di tutto.
Tante, soprattutto nella mia regione, la Lombardia.
Senza poterle nemmeno salutare degnamente con un funerale.
Morte di piccoli locali e negozi con esercenti ed imprenditori che non hanno potuto nemmeno organizzare un evento di chiusura per salutare affezionati clienti ed amici.
C'è chi non ce l'ha fatta e chi non ce la farà a resistere e riaprire.
Ho toccato con mano quanto poco ci voglia a passare da tanti ingaggi e un buon reddito a quasi zero introiti.
Per chi spende mensilmente migliaia di euro in affitti e personale, la resistenza è più breve.
Se non nulla.
Morte di interi settori.
Quelli più a rischio trovo siano due.
Turismo e cultura/spettacolo.
Il primo, quello del turismo, vedrà sicuramente una flessione importantissima quest'anno, imprese familiari chiuderanno, ristoranti ed alberghetti che erano funzionanti da generazioni.
Spazzati via.
Una flessione quasi mortale, ma sono certo che questo settore ripartirà.
Ripartirà il turismo ma non sappiamo ancora chi tra i suoi operatori avrà resistito alla tempesta.
Ripartirà perchè nessuno può immaginarsi l'Italia senza turismo.
Il settore cultura e spettacolo, invece, non so come se la caverà.
Io, come per il turismo, non riesco nemmeno ad immaginarmelo il nostro Paese senza Arte.
Siamo il paese del bel canto e di pittori di enorme caratura, tra le altre cose.
E' un settore enorme e di enorme importanza.
Ma fragilissimo.
Questa importanza è stata più volte ignorata.
Derisa persino.
“Di cultura non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina Commedia”,
sprezzantemente affermava nemmeno 10 anni fa il ministro dell'economia Giulio Tremonti. Lo diceva nel paese del “tutto arte e cultura”.
Dove invece con la cultura e l'arte “mangiano” milioni di famiglie.
Un settore definito “non essenziale” anche durante il Lockdown per il Covid19.
Abbiamo un patrimonio artistico enorme e sottosfruttato.
Se penso che alcuni paesi con un centesimo del nostro patrimonio hanno deciso di valorizzare quel poco facendolo diventare una importante voce di entrata, onestamente, mi viene da piangere.
Va detto che la maggior parte di noi italiani, gli stessi che ritengono la cultura “non essenziale”, durante la forzata clausura, si sono trasformati in enormi “fauci divora-arte”.
Tutti a vedere film, ascoltare musica, leggere libri.
Possibilmente “scaricandoli”, senza corrispondere il giusto compenso.
Ciò nonostante tantissimi artisti e piattaforme hanno dato i loro prodotti artistici gratuitamente per nutrire le nostre bocche fameliche in un momento di particolare bisogno.
Ora dobbiamo pensare che quel settore, fatto di tanti artisti ma ancor più di addetti ai lavori che artisti non sono (esercenti, barman, tecnici di palco, etc.), ha bisogno di tornare a vivere per sfamare quelle tantissime famiglie.
Quindi ognuno di noi deve pensare a cosa potrà fare in concreto sin da subito per far sì che chi ha nutrito le nostre anime durante i bui giorni della serrata globale possa continuare a vivere della propria arte e a nutrirci anche in futuro.
Anche in un eventuale secondo malaugurato Lockdown.
Se vi sembra che questa sia una richiesta “di parte”, sappiate che lo è davvero. Senza mentire.
Ognuno di noi artisti ha bisogno di ricominciare a lavorare per vivere, soprattuto quelli che dedicano all'arte il 100% del proprio tempo e non hanno altre entrate.
Credo che ogni artista che vi ha tenuto compagnia con le sue parole, musiche o immagini in movimento, meriti di essere ricompensato, con dignità, per il proprio lavoro.
Dai, lo so che dire “faccio download” sembra più pulito che dire che si sta derubando qualcuno.
Quando lo si fa “gratis” (leggasi abusivamente) intendo, da siti pirata, non dai siti a pagamento che corrispondono, pur basso, un compenso agli artisti.
Lo so che sembra non sia rubare. Invece è così.
Cosa puoi fare?
Puoi decidere di andare al cinema (magari all'aperto in questo periodo se non ti fidi), comprare libri fisici, magari dalla libreria sotto casa e non su Amazon o direttamente dagli editori, comprare musica, meglio se su supporto fisico, etc.
Il mio desiderio è riportare in sala il mio film “Ombra e il Poeta” e spero che quelli che non sono ancora venuti a vederlo decidano di farlo e quelli che l'hanno già visto magari ritornino portando amici.
Un sacco di gente mi ha detto, sia dopo le proiezioni del film che dopo la presentazione del mio ultimo libro, “stavolta non ho potuto, verrò la prossima volta.”
Come avete visto ogni volta, purtroppo, può essere l'ultima.
Sarai così determinato da dire:
“stavolta, cascasse il mondo, io ci sarò!”?
Sarai così determinato da farlo anche con altri artisti di cui conosci il lavoro?
Oggi tutto riapre, ma non ancora il nostro settore.
Il nostro di oggi è un urlo sguaiato di gioia mista a dolore .
Gioia perchè ci occupiamo della cosa più bella del mondo.
Dolore perchè la cosa più bella del mondo è effimera e fragile.
Perchè ci occupiamo di Arte.
Noi siamo come fiori.
Belli e fragilissimi.
Articolo di ©Gianni Caminiti - 3 GIUGNO 2020
Foto di ©Francesca Lucarelli
LA MUSICA È UNA VERA MAGIA, NON A CASO I DIRETTORI HANNO LA BACCHETTA COME I MAGHI
Ezio Bosso
Oggi è morto, molto giovane, Ezio Bosso, un uomo e artista poliedrico.
Un musicista polistrumentista, pianista, contrabbassista, é stato un compositore molto prolifico e direttore d'orchestra di fama mondiale.
Si è occupato anche di cinema scrivendo colonne sonore per ben 9 lungometraggi, tra cui “Quo Vadis, Baby” e soprattutto “Io non ho paura”, 6 cortometraggi oltre ad aver musicato molti film classici del cinema muto come il famossimo “Le Voyage dans la lune" di Georges Méliès, il primo esperto di effetti speciali per il cinema al mondo.
Noi di cineSmania lo vogliamo ricordare non solo per alcuni temi a noi cari, come appunto la musica ed il cinema, ma anche per la sua recente disabilità fisica, che non ha arrestato la sua voglia di musica, arte.
Vita.
"Ho smesso di domandarmi perché.
Ogni problema è un'opportunità".
Articolo di ©Gianni Caminiti - 15 maggio 2020
10 MAGGIO
FESTA DELLA MAMMA
E DELLA MATERNITA'
A tutte le mamme che in questi mesi si sono adattate e si stanno adattando a dividersi
tra smartworking e figli piccoli,
tra orari di lavoro assurdi negli ospedali, nelle farmacie, nei supermercati o come corrieri e preoccupazioni e angosce,
tra torte e pizze fatte in casa come le loro di mamme, e i compiti e le lezioni dei figli, moderne maestre h.24,
tra l’aver perso il lavoro e l’inventarsene uno nuovo.
Alle mamme che, improvvisamente, ad ogni età, sono diventate esperte tecnologiche.
Alle mamme in attesa.
Alle mamme che in attesa lo sono da sempre e hanno imparato ad allargare la loro visione di essere mamme.
Alle mamme, tantissime mamme, che hanno imparato ad abbracciare i loro figli con lo sguardo, perché nessuna distanza possa fermare l’Amore.
Auguri. Di serenità e speranza. E soprattutto forza.
Buona Festa della mamma da tutti noi di cineSmania.
Articolo e foto di ©Chiara Resenterra - 10 maggio 2020
3 MAGGIO
GIORNATA MONDIALE
DELLA LIBERTA' DI STAMPA
«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. […]”
Art. 21 - Costituzione della Repubblica Italiana.
Pur essendo risalita negli ultimi anni nella classifica stilata da Reporters San Frontiers, la notissima associazione internazionale in difesa dei giornalisti di tutti il mondo, l'Italia è ancora molto indietro in graduatoria.
Occupa oggi il 41° posto su 180 paesi presi in considerazione.
Dal 77° posto, momento peggiore della graduatoria recente (2016), per un indice nato nel 2002, c'è stata una risalita fino al 41° posto di oggi.
Rispetto all'anno scorso, 43°, ancora una piccola risalita ma con un dato peggiore di 1,29 punti rispetto al 2019, dovuta alle molte minacce ricevute dagli operatori dell'informazione sia da parte della criminalità organizzata, sia ad opera di gruppi neofascisti.
La classifica ovviamente guarda all'informazione nel suo complesso comprendendo l'informazione televisiva.
Questa pur presentando alcune trasmissioni di notevole valore, ne cito una per tutte Report, ha molte più trasmissioni concepite, così come per i giornali, come “megafono” di posizioni politiche ed economiche di parte.
Le pressioni per la chiusura e limitazione d'espressione sulle poche trasmissioni “libere” del palinsesto italiano dicono chiaramente della grande difficoltà per gli operatori dell’informazione di portare alla luce le verità che ricercano.
E infatti, nonostante il miglioramento della posizione, davanti al nostro paese si collocano paesi come Ghana, Sud Africa, Burkina Faso, Botswana e ciò non è accettabile in un paese come il nostro che si assume essere tra le democrazie più “libere” del mondo.
Ai primi posti, da sempre, tutto il Nord Europa con la Norvegia anche quest'anno al 1° posto, come quasi sempre (ben 13 volte sui 18 anni della classifica).
Fanalino di coda della graduatoria è la North Korea (180°).
Altri importanti paesi a scarsa democrazia campeggiano nelle parti basse della graduatoria: Cina (177°) e Russia (149°).
Peggio di noi si piazzano comunque gli USA (45°) e, in Europa, la Romania (48°), Croazia (59°), Polonia (62°), Grecia(65°), Malta (81°).
Quale è la vostra percezione della libertà di informazione nel nostro Paese?
Articolo di ©Gianni Caminiti - 3 maggio 2020
23 APRILE
GIORNATA MONDIALE
DEL LIBRO
E DEL DIRITTO D’AUTORE
Quanto state leggendo “ai tempi del coronavirus”?
Noi cineSmaniaci non potevamo non festeggiare questa giornata: in un anno il nostro gruppo di “penne” che scrivono si è allargato dando più contributi e spunti, e all’attivo, da novembre, c’è il nuovo libro di Gianni Caminiti, MANIFESTA PASSIVITA’
, mentre arriverà, speriamo nel più breve tempo possibile, STARTAUT, sempre a cura di Gianni Caminiti, sul progetto nascente di PizzAut nutriamo l'inclusione!
E’ un periodo sicuramente duro e difficile anche per chi si occupa di scrivere e di produzioni artistiche, a maggior ragione ci sentiamo di ricordare quanto il diritto d’autore sia importante.
Ogni nostro scritto è frutto di ore di passione e lavoro, di slanci di creatività, di pensieri sparsi riordinati, di idee spesso nuove che hanno trovato la loro forma.
Quindi… quando leggete e apprezzate la scrittura di qualcuno, ricordatevi sempre di citarlo, di riconoscergli la paternità.
Non scaricate illegalmente film, musica, libri… sono i “figli” che, altrimenti, state portando via ad un artista, che vi sta mostrando una parte importante di sé.
Supportare l’arte in questo momento è responsabilità di tutti: non dimentichiamoci quanto i libri ci stanno tenendo compagnia in questa situazione… non scordiamocene mai!
Articolo e foto di ©Chiara Resenterra - 23 aprile 2020
2 APRILE
Giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo
Ogni anno in questa data si parla di autismo.
Fino a tre anni fa succedeva una volta all'anno, appunto il 2 aprile e poi non se ne parlava più.
Poi sono arrivati loro.
Con l'allegra brigata di PizzAut nutriamo l'inclusione creata da Nico Acampora le cose sono decisamente cambiate.
Oggi, grazie alle 1000 iniziative promosse da questo gruppo, di autismo si parla sempre più spesso e si è capito che le persone con autismo possono esere persone che lavorano.
Oggi, in questa data simbolo, a Cassina de' Pecchi avrebbe dovuto aprire la prima pizzeria d'Europa gestita da persone con autismo ma ci si è messo di mezzo un Virus a ritardarne l'inaugurazione.
Non è cancellata. E' solo ritardata e al più presto verrà comunicata la nuova data d'inaugurazione.
Il ritardo pone dei seri problemi ma superare problemi è un qualcosa che non ha mai spaventato questo gruppo.
La Pizzeria più inclusiva d'Europa aprirà se vorrai anche grazie al tuo aiuto.
Se vuoi contribuire al crowdfunding che racoglie fondi per le spese di startup vai su https://pizzaut.starteed.eu/
Dopo l'apertura, circa un mese dopo, uscirà il libro di Gianni Caminiti, cineSmania Edizioni, che racconterà questa cavalcata verso l'inclusione.
Il titolo del libro sarà StartAut.
E stasera siete tutti invitati al flashmob virtuale che si terrà nelle case di ognuno. Dalle 19:00 fate la pizza in casa, mettete magliette e grembiuli rossi e festeggiate con noi.
Subito dopo inondate la rete con le vostre foto di Pizze inclusive taggando Pizzaut.
Fate che il cielo sia blu non solo il 2 aprile ma tutto l'anno.
Articolo di ©Chiara Resenterra - 2 aprile 2020
foto: © Francesca Lucarelli
21 Marzo
GIORNATA MONDIALE
DELLA POESIA
La poesia, come ogni forma d’arte, è un bene prezioso da tramandare, studiare, amare, coltivare perché è il più potente mezzo che possediamo di comunicazione emotiva, di sguardo sulla realtà e di catarsi.
Nel primo giorno di Primavera, si festeggia anche il compleanno di una donna che grazie alla Poesia è riuscita a trasmettere la sua vita, facendo sì che migliaia di donne, e persone si rispecchiassero in lei e nelle sue parole, trovassero anche i loro pensieri.
Auguri Alda Merini. Grazie per l’immenso patrimonio poetico che ci hai donato.
Grazie per la tua testimonianza di Donna, in questa società fatta di stereotipi e, spesso, ipocrisia, hai lasciato un’impronta da seguire.
Articolo di ©Chiara Resenterra - 21 marzo 2020
19 Marzo
FESTA DEL PAPA'
Noi di cineSmania scegliamo di fare simbolicamente gli auguri ad un papà speciale per farli a tutti i papà del mondo.
Abbiamo scelto Nico Acampora, papà di Giulia e Leo e, contemporaneamente, il papà di PizzAut nutriamo l'inclusione.
Abbiamo proprio scelto la giornata di oggi anche per un annuncio importante.
Gianni Caminiti ,da mesi, sta scrivendo per cineSmania Edizioni il libro su Pizzaut che uscirà dopo l'apertura della pizzeria a Cassina de Pecchi.
Titolo del libro: StartAut.
Volete scoprire di più?
Continuate a seguirci per sapere tutto di questa nuova avventura editoriale a sostegno della prima pizzeria europea gestita da persone con autismo.
Articolo di ©Gianni Caminiti - 19 marzo 2020
Foto: per gentile concessione di Nico Acampora
1 Marzo
NASCITA DEL ROCK
Il primo marzo del 1973 usciva “the dark side of the moon” l’incredibile album dei Pink Floyd che rivoluzionò il mondo della Musica.
Da allora qualcosa cambió in quel 1973 magnifico che vide tutti mostri sacri del rock progressivo rilasciare album strepitosi.
Non a caso la mia band, Thinkpop, salutava questo album in modo particolare, affermando che il tempo noi non lo contavamo prima o dopo cristo.
Allora esattamente come facevo dal palco vi dico:
“Benvenuti nel 47 dopo The dark side of the moon”.
Foto: locandina della Band "ThinkPop"
Articolo di ©Gianni Caminiti - 1 marzo 2020
18 Febbraio
GIORNATA MONDIALE DELLA
SINDROME DI ASPERGER
Il 18 febbraio del 1906 nacque a Vienna Hans Asperger, e non è un caso che sia stata quindi scelta la data odierna come giornata per una sindrome che per secoli è stata poco conosciuta e con la quale convivono molte persone.
Asperger morì nel 1980, prima che i suoi studi venissero ampiamente conosciuti e riconosciuti (cosa che avverrà dal 1990).
La sindrome di Asperger fa parte dei disturbi dello spettro autistico, ma ciò che Asperger fece emergere nei suoi studi sui bambini è che le persone con questa sindrome hanno (e la società deve contribuire in tutti i modi a tal fine) nella maggior parte dei casi, capacità particolari che consentono una vita lavorativa e relazioni al pari dei coetanei, se adeguatamente diagnosticati e supportati.
L’Asperger non è una malattia contagiosa, è solo un mondo che va scoperto, supportato, esattamente come ognuno di noi vorrebbe essere accettato nelle proprie peculiarità.
Diffondiamo cultura in merito, soprattutto nelle scuole, che purtroppo, molto spesso, possono diventare i primi fautori di discriminazione sociale laddove puntano l’accento sulla norma e sulle difficoltà, e non sulle infinite risorse che la mente umana può possedere.
Diffondiamo cultura, perché tante persone che il sistema scolastico ha catalogato come disadattati, si sono poi rivelati fautori di cambiamento di cui il mondo aveva bisogno.
Articolo di ©Chiara Resenterra - 18 febbraio 2020
13 febbraio
GIORNATA MONDIALE
DELLA RADIO
Per quanto la paternità di questa rivoluzionaria invenzione non sia certa, contesa tra Tesla e Marconi a fine ‘800, il fatto che resta è che dobbiamo ringraziare questi due scienziati.
La radio è stata il vero primo media di massa, che, nella sua evoluzione, è ancora uno dei mezzi di comunicazione più potente e utilizzato per veicolare messaggi.
La radio accompagnerà anche molti di noi questa mattina al lavoro, con musica, notizie, info sul meteo e sul traffico.
Personalmente, sono una di quelle che alla mattina se la balla e se la canta nel traffico, grazie a Radiofreccia ma non solo.
Noi cineSmaniaci dobbiamo anche ringraziare chi la radio la fa e ci ha ospitato e ospita nelle sue trasmissioni come Radio Popolare, Radio Cernusco Stereo, Radio Panda 96.3.
Quello che amo della radio?
Il suo costante ritorno all’oralità, al senso dell’udito che primeggia su tutti gli altri, senso che spesso viene sottovalutato e messo in secondo piano, bombardati come siamo di immagini.
La radio è stata data per morta tante volte e ha saputo ogni volta reinventarsi e ad essere punto fondamentale della comunicazione, informazione ed intrattenimento.
Auguri e lunga vita alla radio, alle sue tante voci e alle sue ancor di più numerose orecchie!
Articolo di ©Chiara Resenterra - 13 febbraio 2020
In foto: Gianni Caminiti ospite della trasmissione L'amore ai tempi dei social
editing della foto Chiara Resenterra
KOBE E IL CINEMA
omaggio a Kobe Bryant
Ieri è morto Kobe Bryant.
Noi di cineSmania gli rendiamo omaggio col suo cortometraggio DEAR BASKETBALL che vinse l'Oscar nel 2018 come Miglior Cortometraggio d'Animazione.
Kobe con quel film omaggiò lo sport che lo rese famoso e anche il bambino che fu quando sognava di giocare nei Lakers.
Il bambino ritratto nel cortometraggio è il Kobe Italiano, quello che ha vissuto in Italia dai 6 ai 13 anni, seguendo il padre nelle varie squadre nelle quali ha militato.
Kobe di quel corto scrisse il soggetto e la sceneggiatura e ne fu anche il produttore oltre che la voce narrante.
Il corto è basato sulle lettere che scrisse per annunciare il suo ritiro dal Basket.
Per i prossimi 5 minuti fatevi cullare dalla sua calda voce e dalla splendida musica di John Williams.
Articolo di ©Gianni Caminiti - 26 gennaio 2020