Il mito di Icaro
Ombra e il Poeta propone una suggestione che si ispira liberamente al mito di Icaro.
Icaro è anche il nome del protagonista del nostro film.
Sogno dell’uomo sin dalla notte dei tempi è poter volare ed è anche il sogno del protagonista dell’opera.
Durante l’infanzia è la madre, che gli diede quel nome, a mettergli delle ali di carta ma a causa di un'infanzia violenta, Icaro è presto costretto ad abbandonare il sogno del volo con ali fisiche per tentare di volare sulle ali della poesia. Poco dopo però deve seppellire anche questo suo secondo desiderio, quello di spiccare il volo tra rime e prosa, e smettere di sognare.
Diventerà così un uomo coi “piedi in terra”, proprio come suo padre voleva: l’uomo qualunque.
Gli incubi e le paure del passato riaffioreranno nella seconda metà della vita e finalmente deciderà di seguire quella che ha sempre pensato essere la sua strada, dopo essere stato per tanti anni inghiottito in una vita non sua. Con le sue rinnovate ali punterà sempre più in alto perché, come lui stesso dirà più volte, vuole “vivere appeso al filo delle sue parole”.
La parte conosciuta del mito di Icaro narra anche dell’avvertimento del padre Dedalo, quello di non volare troppo vicino al sole per non rischiare lo scioglimento delle ali di cera. Un avvertimento evidentemente anche di natura morale che invita a non elevarsi troppo.
Quello che pochi sanno è che Dedalo lo aveva anche avvisato Icaro di non volare nemmeno troppo basso o le ali si sarebbero impregnate di umidità con il rischio di cadere in mare.
Questo secondo avvertimento è stato semplicemente ignorato dalla morale corrente. Il secondo monito di Dedalo invita a non lasciarci schiacciare in una vita, Sì sicura, ma lontana dalle proprie reali ambizioni e inclinazioni. Si insegna la paura. Su questo altare di sicurezza migliaia di persone ogni anno sacrificano la propria autentica aspirazione e in cambio della certezza chiudono per sempre nel cassetto i propri sogni migliori.
Come detto, il personaggio mitologico sfiderà eroicamente le altezze pericolose restandone ucciso mentre i più invece decidono per l’altra via, volare basso, strisciare. Questo è ciò che i più, compreso l’Icaro del film, tendono a fare. Accontentarsi giorno per giorno della mediocrità della vita senza mai tentare davvero di perseguire i propri scopi. Vendere la propria anima, i propri "demoni" per una vita sicura. Il poeta Icaro per gran parte della sua vita non volerà verso il sole ma terrà i suoi piedi bene saldi a terra. Soffrendone, come capita a moltissimi. Queste sono le persone cui soprattutto è rivolto il film. Coloro che le ali le hanno già seppellite ma anche coloro che non lo hanno ancora fatto per invitarli a non arrendersi. Perchè se lasci per troppo tempo i tuoi sogni in un cassetto questi quando ritornano, soprattutto se lo fanno dopo troppo tempo, ti divorano.
Il condurre una vita ordinaria, coi piedi in terra, non terrà il nostro Icaro a lungo al riparo dai guai. Volando basso Icaro si incaglierà in una vita non sua per vent’anni ma poi precipiterà in ben altro pelago, quello dei ricordi a lungo rimossi.
A ricordargli il secondo monito del mito, quello del non volare basso, non è Dedalo, ma è nel film l’inquietante OMBRA, un personaggio misterioso che lo ha accompagnato dall’infanzia fino ai suoi vent’anni.
Ombra, sparirà per venti anni dalla vita di Icaro ma al suo ritorno nulla sarà più come prima.
Quando i ricordi e gli obiettivi dimenticati riemergeranno tutti insieme ed egli deciderà di tornare a volare tra parole e rime, seguendo il consiglio di Ombra, la sua vita cambierà all’improvviso in una turbinante sequenza di avvenimenti drammatici incontrollabili.